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Il tuo buon umore. Ogni giorno, tutto il giorno.

L’umore è uno stato d’animo che persiste nel tempo e può avere una valenza positiva o negativa. Infatti, siamo soliti parlare di buon umore o cattivo umore.
Il passaggio da uno stato all’altro dipende dall’ambiente e dalle situazioni che ci circondano.
All’ansia lieve, allo stress si può associare il cattivo umore eccessivamente prolungato o i cambiamenti di umore rapidi.
Gli psicologi, studiando le connessioni corpo-mente, si sono resi conto di quanto gli eventi e le difficoltà della vita possono influenzare il benessere fisico e psicologico delle persone. Fu nel 1956 che Selye, un medico austriaco, introdusse il termine di stress per descrivere questa condizione di “sforzo” a cui possono trovarsi esposte le persone man mano che affrontano i problemi della vita.

Ma cosa è lo stress?

Lo stress è una condizione che deriva dall’interazione tra mente e corpo. Comprendendo ciò ci si rende conto che esiste una componente positiva dello stress, l’eustress, che fornisce eccitazione, soddisfazione e appagamento; ci prepara all’azione, ci fa sentire vivi ed entusiasti. Quando però, gli stimoli diventano eccessivi e usciamo dalla nostra “comfort zone” si parla di distress o più genericamente di stress che diventa dannoso per la salute.

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Ci sono persone in grado di gestire le difficoltà della vita e trovare soluzioni creative per superarle. L’impatto degli eventi, oltre a dipendere dall’evento in sé, è associato al modo in cui la persona lo interpreta (difficile, impossibile, piacevole) e dal modo di affrontarlo (ansia, paura, coraggio). Dunque, un evento risulterà fonte di eustress o distress in funzione del significato che gli assegniamo e alla capacità che utilizziamo per fronteggiarlo. Quando lo stress diventa distress vuol dire che nell’esperienza dell’individuo c’è uno squilibrio fra le richieste dell’ambiente e il modo di affrontarle.

Molte volte sentiamo parlare di ansia per indicare uno stato di agitazione e preoccupazione caratterizzato da una sensazione di pericolo senza una causa specifica. È una combinazione di diverse emozioni che si può manifestare in diversi momenti della vita.

Gli stati d’animo, o meglio le emozioni, hanno una funzione importantissima nell’attivare le difese di fronte a potenziali rischi, pericoli o cambiamenti, tuttavia, se si presentano in modo eccessivo, c’è l’eventualità che si scateni uno stato di tensione emotiva esagerato che si traduce in un vero e proprio disturbo d’ansia.
I passaggi che meritano attenzione sono quelli in cui dall’ansia funzionale o positiva si passa all’ansia lieve, fino ad arrivare ad un vero e proprio disturbo d’ansia generalizzato o disfunzionale.
Anche l’asia lieve impatta negativamente sulla qualità della vita perché si tratta di una reazione di difesa poco utile alla soluzione del problema e che soprattutto non va trascurata.
I sintomi dell’ansia lieve possono manifestarsi sia a livello fisico che mentale, in modo diverso nelle persone. La sensazione di apprensione esagerata generata da una situazione che abbiamo difficoltà ad affrontare può comportare la comparsa di: disturbi dell’umore, difficoltà di concentrazione, mal di testa, irrequietezza, frequenza cardiaca aumentata, respirazione accelerata, disturbi gastrointestinali, disturbi del sonno e sensazione di stanchezza al risveglio.

Digestione difficile, dolori addominali, gonfiore, stipsi o diarrea sono i più comuni disturbi intestinali che possono essere correlati all’ansia anche lieve. Il sistema gastrointestinale è anche definito “secondo cervello” a testimonianza di come le emozioni possono influenzarlo. Questa particolarità è dovuta ad una fitta rete di connessioni nervose tra i 2 sistemi, il gastrointestinale e quello nervoso, che ne consente la reciproca modulazione.

Il sonno disturbato e l’ansia sono strettamente correlati. Alcune sostenze derivate dalle proteine del latte esercitano un’azione riequilibratrice del sistema nervoso centrale, contrastando ansia e agitazione, alleviando mal di testa e disturbi causati dallo stress, favoriscono l’addormentamento e il mantenimento del sonno prolungato.

Il sonno è un bisogno primario come mangiare e bere, infatti, le persone trascorrono circa il 30% dell’esistenza dormendo e questo garantisce oltre ad un benessere fisico ed emotivo anche il corretto funzionamento di alcuni complessi meccanismi dell’organismo che si attivano durante il sonno.
Fisiologicamente mentre si dorme si alternano in modo regolare e ciclico fasi di sonno profondo e fasi di sonno leggero e queste condizioni consentono un riposo ristoratore.
Nelle fasi del sonno più profondo molte fasi dell’organismo rallentano la loro attività, il ritmo cardiaco, la pressione sanguinea e la temperatura corporea si riducono, mentre aumenta la produzione dell’ormone della crescita per svolgere una funzione di riparazione e moltiplicazione cellulare accompagnata dall’azione di eliminazione delle sostanze di rifiuto derivanti dal metabolismo cellulare generate durante l’attività diurna.
Per svegliarsi riposati, è fondamentale concentrarsi sia sulla quantità che sulla qualità del sonno.
Le cattive abitudini giocano un ruolo molto importante sulla possibilità di avere un buon sonno ristoratore, quindi, i comportamenti da evitare sono: corcarsi sempre ad orari diversi, dormire troppo durante il giono, abbandonarsi a cene pesanti o una scarsa attività fisica.
Altre volte a entrare in gioco sono vere e proprie malattie, come problemi di tiroide o la depressione. Lo stress e l’avanzare dell’età possono giocare un ruolo significativo.